Quando il datore di lavoro assegna mansioni inferiori: si possono rifiutare?

Ci sono casi in cui essere adibiti a mansioni inferiori è considerato legittimo, ma nel caso non lo sia, non ci si può rifiutare di eseguirle. Solo il Tribunale competente può obbligare il datore a ripristinarle.
Ti hanno assunto con una qualifica elevata, ma sei finito a rispondere al telefono e a fare fotocopie? O, comunque, ti hanno adibito a mansioni inferiori rispetto a quelle corrispondenti alla qualifica con la quale sei stato inquadrato? Vuoi sapere se puoi rifiutarti di obbedire agli ordini del datore di lavoro che ti ha demansionato, cioè se puoi rifiutarti di eseguire i compiti propri delle qualifiche inferiori rispetto al tuo inquadramento? Prima di rifiutarti di obbedire alle direttive impartite dal datore di lavoro, ci sono alcuni aspetti importanti che devi conoscere. Innanzitutto, essere adibiti a mansioni inferiori è possibile eccezionalmente e temporaneamente, ad esempio per esigenze organizzative urgenti ed improrogabili: dover svolgere mansioni inferiori occasionalmente non comporta il demansionamento, inteso come assegnazione stabile ai compiti che caratterizzano qualifiche più basse. Per la precisione, poi, demansionamento, in senso stretto, significa essere privati delle proprie mansioni: non solo delle mansioni che caratterizzano il profilo d’inquadramento, ma di qualsiasi altra mansione (ad esclusione di alcuni compiti che risultano puramente marginali). In pratica, chi è demansionato è lasciato in una situazione di forzata inattività. Definisce meglio la situazione di chi è privato delle mansioni che caratterizzano il proprio profilo ed adibito a mansioni inferiori la parola dequalificazione. Ci sono poi altri casi in cui essere adibiti a mansioni inferiori è considerato legittimo, ad esempio nei casi in cui il dipendente rischia di perdere il posto, o quando è modificata l’organizzazione dell’azienda, in modo tale da incidere sulla posizione del dipendente interessato o, ancora, quando sono stipulati appositi accordi, o quando è permesso dal contratto collettivo applicato.Ad ogni modo, se la tua domanda è se puoi rifiutare di eseguire mansioni inferiori, sappi che, anche quando la dequalificazione è considerata illegittima, non puoi rifiutarti, come lavoratore dipendente, di svolgere mansioni proprie di una qualifica inferiore.I casi in cui il lavoratore subordinato ha la possibilità di rifiutarsi di eseguire gli ordini impartiti dal datore di lavoro, infatti, riguardano solo gravissimi inadempimenti da parte di quest’ultimo, oppure riguardano situazioni in cui il dipendente può essere esposto a responsabilità penale per aver eseguito le direttive del datore. Negli altri casi, eseguire le disposizioni del datore di lavoro è un obbligo, anche se il suo comportamento è illegittimo e si tratta di compiti che dovrebbero essere eseguiti da dipendenti addetti a mansioni inferiori: è quanto chiarito di recente con sentenza dalla Corte di Cassazione [1].Puoi, comunque, chiedere a un giudice che le tue mansioni siano ricondotte alla qualifica che ti è stata assegnata da contratto, come ricordato dalla Cassazione nella sentenza stessa.In parole semplici, la Cassazione, da una parte, riconosce l’illegittimità, nella maggioranza dei casi, dell’assegnazione del lavoratore a mansioni inferiori; dall’altra parte, però, chiarisce che il lavoratore, salvo situazioni di particolare gravità, non può rifiutarsi di adempiere alle direttive impartite dal datore di lavoro, anche se queste determinano una sua dequalificazione di fatto, salvo la possibilità di richiedere al giudice del Lavoro l’assegnazione alle mansioni proprie dell’inquadramento contrattuale.Ma procediamo per ordine, e facciamo chiarezza riguardo ai casi in cui è possibile rifiutarsi di eseguire mansioni inferiori.
Rifiuto di svolgere mansioni inferiori: quando è permesso?
Come recentemente chiarito dalla Cassazione, il lavoratore può rifiutarsi di svolgere mansioni inferiori solo in alcune ipotesi:

  • nei casi in cui si riscontrano dei gravi inadempimenti del datore di lavoro: non paga lo stipendio, non garantisce un livello minimo di igiene e sicurezza in azienda, non consente al lavoratore di svolgere le attività formative obbligatorie, etc…; in pratica, l’inadempimento del datore deve essere gravissimo;
  • nei casi in cui l’inadempimento del datore di lavoro risulta tale da compromettere in modo irrimediabile le esigenze vitali del dipendente o della salute del lavoratore: è il caso, ad esempio, del dipendente che non può viaggiare a causa delle condizioni di salute, al quale il datore impone una trasferta;
  • nei casi in cui lo svolgimento delle mansioni inferiori espone il lavoratore a responsabilità penale. Negli altri casi, il dipendente è tenuto, in base al codice civile [2], ad osservare le disposizioni impartite dal datore di lavoro, anche se si tratta di compiti tipici delle qualifiche inferiori.

Quando il datore di lavoro può adibire il dipendente a mansioni inferiori?

Il fatto che il lavoratore non possa rifiutarsi di eseguire gli ordini impartiti dal datore di lavoro non comporta, però, che quest’ultimo sia libero di dequalificare il dipendente. Il demansionamento, o meglio la dequalificazione, difatti, cioè l’assegnazione a mansioni inferiori, è legittima soltanto nelle seguenti ipotesi:

quando viene modificata l’organizzazione dell’azienda, in modo tale da influire sulla posizione del dipendente interessato;
nei casi in cui assegnare il dipendente a mansioni inferiori è permesso dal contratto collettivo applicato.

Ad ogni modo, le nuove mansioni attribuite, che devono essere comunicate al lavoratore per iscritto a pena di nullità, possono appartenere al livello di inquadramento immediatamente inferiore nella classificazione del contratto collettivo di riferimento, e devono rientrare nella stessa categoria legale.

Il datore di lavoro può adibire il dipendente a mansioni inferiori con un accordo?

Azienda e lavoratore, in ogni caso, possono sottoscrivere appositi accordi di dequalificazione, che devono rispettare i seguenti requisiti:

essere conclusi in una sede protetta, come un sindacato, l’Ispettorato territoriale del lavoro, le commissioni di certificazione dei contratti;
essere collegati all’interesse del dipendente a conservare l’occupazione, o ad acquisire una diversa professionalità, o a migliorare le proprie condizioni di vita.

Come sapere se le mansioni sono inferiori?

Ma come capire se una mansione è inferiore, rispetto alle mansioni tipiche della propria qualifica? Bisogna verificare quanto descritto nel contratto collettivo applicato, che può collegare determinate mansioni al livello d’inquadramento, alla qualifica e alla categoria legale di appartenenza.

Come tornare alle mansioni superiori?

Nel caso in cui l’assegnazione a una qualifica inferiore non sia stata determinata da un accordo, e non rientri nell’ipotesi in cui la destinazione a mansioni inferiori sia legittima, che cosa può fare il dipendente? In altre parole, posto che il lavoratore non può, in linea generale, rifiutarsi di eseguire gli ordini del datore, può fare qualcosa per evitare la DEQUALIFICAZIONE ILLEGITTIMA, e per essere nuovamente adibito alle mansioni corrette? Quando l’assegnazione a compiti appartenenti a qualifiche inferiori è illegittima, il dipendente può chiedere al giudice, anche con procedura d’urgenza, il riconoscimento della qualifica corretta o, meglio, la riconduzione della prestazione lavorativa alle mansioni che caratterizzano la qualifica di appartenenza.

Mansioni inferiori quindi si possono rifiutare ma è bene valutare attentamente la natura della dequalificazione nel caso specifico.

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note
[1], Cass. sent. n. 24118/2018.[2] Art. 2086 e 2104 Cod. Civ.